TIBET LIBERO !!!
ONORE AD ANDREA TOMASELLO
ROMA, 17 MAGGIO 2008 - Il ministro delle Politiche Giovanili, On. Giorgia Meloni (nella foto sopra, n.d.r.) dichiara in una nota: «Questo avvenimento non può che colpire i nostri cuori e lasciarci pieni di dolore, ma siamo consci che il sacrificio e l’impegno di Andrea e di questi uomini serve a contrastare il dilagare del terrorismo internazionale: purtroppo ogni guerra conta i propri morti e i propri feriti. Le truppe alpine, fin dalla loro costituzione, si sono erte a difesa dei valori di democrazia e di pace tipici della nostra millenaria civiltà cristiana; ora più che mai questo impegno è attuale. Il mio pensiero – continua il neo Ministro -, in questi tristi momenti, non può non riservare un caloroso saluto a quel Corpo, il quale ben incarna le nostre tradizioni: la laboriosità, l’impegno, lo spirito di servizio e sacrificio. Queste sono le qualità che da sempre gli Alpini mettono a disposizione dei meno fortunati, e ciò è avvenuto anche in Afghanistan. Insieme ai dirigenti Procaccini e Torelli – ha concluso il Ministro, nonché Presidente Nazionale di Azione Giovani, Giorgia Meloni -, intendiamo trasmettere il nostro dolore e il sentimento di vicinanza ai famigliari delle vittime e dei feriti». Il consigliere comunale di Pontinia, Paolo Torelli e la federazione provinciale di Azione Giovani, esprimono il loro sostegno e la volontà di non abbandonare mai i propri eroi militari. «L’alpino Andrea Tomasello, fratello nostro, oltre che ad essere l’orgoglio di Pontinia e della provincia di Latina, è e deve essere un simbolo per tutti noi giovani. Personalmente stimo ed ammiro moltissimo Andrea, ragazzo che alla vita normale e tranquilla, ha preferito combattere per donare la pace a quelle popolazioni assediate dalla tirannia e dal terrorismo» afferma Torelli. «Questa notizia ci ha profondamente addolorato perché, non solo è un ragazzo che vive nella nostra provincia, ma perché è un ottimo militare e un valoroso combattente che si è dedicato affinché regni la pace anche in quelle zone tumultuose e condannate altrimenti all’instabilità» afferma Nicola Procaccini, Presidente Provinciale di AG.
nuovo governo.....GIORGIA MINISTRO !!!!
finalmente a casa...
Un grande risultato,oltre la vittoria del PDL,è stato sicuramente la non elezione nei due rami del parlamento di nessun rappresentante della sinistra estrema che negli ultimi anni ha sempre imperversato nelle due camere con personaggi a dir poco imbarazzanti....
spie del KGB.......
FINALMENTE TUTTI A CASAAAAAAAA!!!!!
Grande successo ieri sera al teatro Don Bosco a Latina
Grande successo di pubblico per l'arrivo nel capoluogo pontino di Giorgia Meloni,Fabio Rampelli e Claudio Fazzone i tre candidati del PDL hanno avuto una vero e proprio bagno di folla ieri sera,con un teatro colmo fino all'entrata con tanti intervenuti costretti a rimanere in piedi durante l'incontro.
TIBET LIBERO....
TUTTI IN PIAZZA !!!!
CONVEGNO SUI LAOGAI CINESI,FACCIO CONOSCERE I DRAMMA DEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO CINESE
È lieta di invitare la S.V. al convegno sul tema:
I LAOGAI
LE ESECUZIONI CAPITALI E LA VENDITA DEGLI ORGANI NELLA CINA DEL TERZO MILLENNIO
Che si terrà Venerdì, 4 Aprile 2008, alle ore 17:30 presso :
SALA DELLA LOGGIA – PALAZZO CAETANI
CISTERNA DI LATINA
INTERVERRANNO:
Prof.ssa MARIA VITTORIA CATTANIA
TONI BRANDI
presidente della Laogai Research Foundation Italia onlus
nel corso della manifestazione verrà presentato il libro
CINA – TRAFFICI DI MORTE
Della Laogai Research Foundation,edito da Guerini e associati
TIBET....BASTA CON IL MASSACRO!!!
ci siamo sentiti dire che addirittura la colpa è dei monaci che vogliono sovvertire il regime,però di contro è impedito a osservatori internazionali e a giornalisti liberi di andare a documentare le violenze....(dove sarebbe il problema se vermente fossero i tibetani a provocare le violenze???)
di seguito indico un link dove è possibile visualizzare alcune immagini degli scontri (alcune sono molto forti..)
http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=11805&geo=6&size=A
10 Febbraio per non dimenticare....
Bisogna in tutti i modi cercare di far conoscere l'orrore delle foibe,superando quelle barriere ideologiche e politiche poste da chi prova da più di 50 anni a far credere che il male sia esistito solo da una parte....
Il nostro compito e' e sarà quello di far conoscere quegli eroi come Norma Cossetto,Don Francesco Bonifacio,Jolanda Dobrilla,Mafalda Codan,i caduti di Via Imbriani ecc....
TUTTI ITALIANI,
TUTTI EROI DI UN PAESE CHE NON GLI HA RESO ONORE...
E' ARRIVATO IL TEMPO DI FARLO!!!!
BISOGNA CONTINUARE A NASCONDERE I MORTI PER MANO COMUNISTA....
PER IL GIORNO 7 FEBBRAIO AL ISS W.O.DARBY ERA STATA ORGANIZZATA UNA BELLA GIORNATA PER PREPARARE I RAGAZZI ALLA GIORNATA DEL RICORDO DEL 10 FEBBRAIO,MA E' STATO BLOCCATO TUTTO A POCHI GIORNI DALLA MANIFESTAZIONE DALLA MANCATA AUTORIZZAZIONE DEL PRESIDE,CHE PER OVVIARE ANCHE ALL'INTERESSE DEI STUDENTI CHE AVEVANO PROPOSTO DI FARE UN'ASSEMBLEA D'ISTITUTO CON ALL'INTERNO L'INCONTRO SULLE FOIBE,IL PRESIDE HA CONCESSA L'ASSEMBLEA IL GIORNO 6 E NON 7,GIORNO IN CUI I DUE RELATORI,MARINO MICICH E GUIDO CACE ERANO GIA' IMPEGNATI IN UN'ALTRA SCUOLA....
OGNI COMMENTO SAREBBE SUPERFLUO....
BASTA CON QUESTA CULTURA DI PARTE....
ONORE AI MARTIRI DELLE FOIBE...
TUTTI A CASA !!!!!!
RICORDIAMO TUTTI I CADUTI NEGLI ANNI DI PIOMBO
30 anni.....ACCA LARENTIA
Il duplice assassinio dei due giovanissimi militanti missini Franco Bigonzetti Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni ucciso da un tenente dei carabinieri a seguito degli incidenti scoppiati subito dopo l’eccidio
Via Acca Larentia si trova nel quartiere Tuscolano, è una via anonima, immersa tra palazzoni di dieci piani, grigi e anonimi,al numero 28 c’è la sezione del MSI,una sezione molto attiva nella zona. Il 7 gennaio del 1978, alle 18 circa nella sede c’è una riunione del Fronte della gioventù. Quella giornata è trascorsa come del resto quasi tutte le giornate, tra attacchinaggi nelle vie del quartiere, qualche rissa con i “rossi”, del Liceo Augusto, a poche centinaia di metri dalla sezione missina. Si programmano altri attacchinaggi in zone diverse di Roma, così alcuni giovani decidono di andare, nella sede restano Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e altri tre, decidono di chiudere la sede e anche loro andranno a raggiungere i camerati a piazza Risorgimento.
Il primo ad uscire è Bigonzetti, apre la porta blindata della sezione ed è in strada, è buio, non si vede quasi nulla, dall’angolo con via Evandro sbuca un gruppetto di cinque o sei persone,Bigonzetti non fa neanche in tempo a vederli che esplodono due colpi di pistola, viene colpito in testa, si accascia davanti la porta della sede missina, dietro di lui Ciavatta capisce che gli stanno sparando addosso, tenta di fuggire, verso la fine della via dove c’è una scalinata, corre, tenta di sfuggire ma una serie di colpi lo investe in pieno torace, cade anche lui, un altro “camerata” viene ferito di striscio ad un braccio, ma riesce a barricarsi nella sede insieme ad altri due giovani. Il commando assassino si ritira, alcuni testimoni li vedono salire su un auto rossa, forse una Renault, posare le armi nel bagagliaio e sparire nel buio. La polizia e le autoambulanze arrivano dopo pochi minuti,per Bigonzetti non c’è niente da fare, oltre che in testa è stato colpito all’addome e al torace,Ciavatta invece è ancora vivo, ma ha perso conoscenza, lo portano all’ospedale più vicino,il San Giovanni,ma il ragazzo muore appena entra in sala operatoria.
Franco Bigonzetti aveva 19 anni frequentava l’Università, primo anno di medicina e chirurgia, Francesco Ciavatta aveva 18 anni andava ancora la liceo, frequentava il quarto anno ed era figlio di operai.
Il duplice omicidio viene rivendicato in una maniera inusuale, una cassetta audio viene fatta ritrovare accanto ad una pompa di benzina, la voce contraffatta di un giovane , a nome dei Nuclei armati di potere territoriale,<<>>.
I due giovani missini sono stati uccisi con una mitraglietta “Skorpion” la stessa che dieci anni dopo nel 1988 si scoprirà che ha sparato in altri tre omicidi, firmati dalle Brigate rosse: quelli dell’economista Ezio Tarantelli, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti e del senatore Roberto Ruffili.
La tragedia di via Acca Larentia non è ancora finita, in poco tempo si radunano sul luogo dell’agguato centinaia di neofascisti romani, tra un nugolo di giornalisti, cineoperatori e poliziotti, in borghese e non. C’è grande tensione, qualche tafferuglio, spintoni con le forze dell’ordine, i giovani missini sono sgomenti,ma già si pensa a come vendicarsi. L’irreparabile avviene quando una telecamera del Tg1 riprende l’entrata della sede missina e inquadra i volti dei giovani, questi si arrabbiano, aggrediscono un giornalista, cominciano gli scontri con i carabinieri. Si spara, da una parte e dall’altra, un colpo sparato da un ufficiale dell’arma centra in pieno la fronte di Stefano Recchioni, 19 anni,militante del Fronte della gioventù, viene immediatamente portato in ospedale, agonizzerà per due giorni, il 9 gennaio muore, Stefano aveva un fratello più piccolo di un anno, Massimo, simpatizzante di Lotta Continua, che commenterà così la sua morte :<<>>.
Tra i giovani fascisti che si radunano sul luogo dell’eccidio, la sera di quel 7 gennaio, ci va pure Valerio Fioravanti e Franco Anselmi, Valerio pensa a quei due ragazzi uccisi <<>>, senza che avessero fatto nulla, come i fratelli Mattei, o Mario Zicchieri. Ritiene che un’infamità del genere per la sua <<>> non si può tollerare. Per lui è insopportabile. Franco Anselmi invece compie una piccola cerimonia privata, fatta di simboli e rituali che solo lui può capire. Ha portato il passamontagna sporco di sangue del giovane studente greco Mantakas, si avvicina al punto in cui è caduto Bigonzetti, si bagna il dito col sangue che è ancora presente sull’asfalto per poi passarlo sul cappello di lana e a mezza bocca giura su stesso che vendicherà i due <<>. Valerio rimane colpito da quel gesto, i pensieri gli si accavallano, prende contatto con la morte che lascia il segno sulle persone che sopravvivono, non ci si era mai soffermato prima d’ora.
Agli occhi di Valerio, Francesca, Franco e tanti altri, le facce dei dirigenti missini diventano del bronzo di chi fa finta di niente, di chi non è disposto a mettersi davvero contro l’ordine costituito per difendere uno di loro. Capiscono che al partito serve solo il loro sangue, che non hanno niente in comune con quei politici che pensano unicamente al consenso e alla convenienza, gente che non sa rinunciare a qualche manciata di voti dei militari per schierarsi dalla parte di un ragazzo morto ammazzato proprio da quei militari. Se già era tenuto un filo sottilissimo, il rapporto con il partito si spezza in quel momento, nelle poche ore di un pomeriggio tutti i nodi sono venuti al pettine. I giovani neo-fascisti l’hanno capito e se lo spiegano l’un l’altro senza parlare, solo guardandosi in faccia e comportandosi tutti alla stessa maniera.
D’ora in poi ognuno per la sua strada, non c’è da rendere conto che a stessi. Non c’è da sperare i nessun appoggio, in nessuna risposta <
Quando Giorgio Almirante arriva sul luogo dell’agguato, non viene fatto avvicinare al punto in cui sono caduti Ciavatta e Bigonzetti. E’ davvero pericoloso, quei ragazzi sono arrabbiati davvero.