buona natale a tutti....








ci siamo ritrovati davanti alla camera per una giornata goliardica di protesta che ci e' anche servita per darci gli auguri di natale,come sempre la piazza gremita ha dimostrato che azione giovani e' vigile sull'operato di questo ridicolo governo,e dopo che lo stesso ha dato numeri per piu' di un anno adesso siamo stati noi a darli....

buon natale a tutti!!!!

REFERENDUM IN VENEZUELA: CHAVEZ SCONFITTO

Il no ha vinto il referendum sulla proposta di riforma elettorale promossa dal presidente Hugo Chavez. La presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne) ha comunicato ufficialmente che il no alla proposta di riforma ha ottenuto al punto A il 50,70% contro il 49,29% del si'. Nello stesso tempo il no si e' imposto anche nel punto B della scheda con il 51,05%, a fronte del 48,94% del si'. Lucena ha precisato che ''questa tendenza e' irreversibile''.

per fortuna diremo noi.....il popolo venezuelano ha proibito(o sta cercando di farlo...) a Chavez di trasformarsi ufficialmente da presidente in dittatore...

la riforma costituzionale avrebbe dovuto fornire pieni poteri al presidente ,per permettergli di poter amministrare il paese a suo piacimento (piu' di quanto non stesse gia' facendo...) per fortuna per ora il processo e' stato bloccato,sicuramente non sara' l'ultimo tentativo da parte del dittatore....

ANCORA UNA PROVA DELLA CIVILTA' CINESE....

OGNI COMMENTO E' SUPERFLUO!!!! Le immagini che seguono sono estremamente dure, però riteniamo doveroso mostrarle, perché fatti così gravi non devono passare inosservati. Il mondo deve sapere, la gente deve essere informata di quanto accade in Cina, di come possa disumanamente divenire normalità il disprezzo per la vita.

Una bimba appena nata giace morta sotto il bordo del marciapiedi, nella totale indifferenza di coloro che passano.La piccina è solo un'altra vittima della politica crudele del governo cinese che pone il limite massimo di un solo figlio nelle città (due nelle zone rurali), con aborto obbligatorio.Nel corso della giornata, la gente passa ignorando il bebè.Automobili e biciclette passano schizzando fango sul cadaverino.


Di quelli che passano, solo pochi prestano attenzione. La neonata fa parte delle oltre 1000 bambine abbandonate appena nate ogni anno, in conseguenza della politica del governo cinese.L'unica persona che ha cercato di aiutare questa bambina ha dichiarato:'Credo che stesse già per morire, tuttavia era ancora calda e perdeva sangue dalle narici'.Questa signora ha chiamato l'Emergenza però non è arrivato nessuno.


'Il bebè stava vicino agli uffici fiscali del governo e molte persone passavano ma nessuno faceva nulla... Ho scattato queste foto perché era una cosa terribile...''I poliziotti, quando sono arrivati, sembravano preoccuparsi più per le mie foto che non per la piccina...'
In Cina, molti ritengono che le bambine siano spazzatura.Il governo della Cina, il paese più popoloso del mondo con 1,3 miliardi di persone, ha imposto la sua politica di restrizione della natalità nel 1979.I metodi usati però causano orrore e sofferenza: i cittadini, per il terrore di essere scoperti dal governo, uccidono o abbandonano i propri neonati.Ufficialmente, il governo condanna l'uso della forza e della crudeltà per controllare le nascite; però, nella pratica quotidiana, gli incaricati del controllo subiscono tali pressioni allo scopo di limitare la natalità, che formano dei veri e propri 'squadroni dell'aborto'. Questi squadroni catturano le donne 'illegalmente incinte' e le tengono in carcere finché non si rassegnano a sottoporsi all'aborto.In caso contrario, i figli 'nati illegalmente' non hanno diritto alle cure mediche, all'istruzione, né ad alcuna altra assistenza sociale. Molti padri vendono i propri 'figli illegali' ad altre coppie, per evitare il castigo del governo cinese.Essendo di gran lunga preferito il figlio maschio, le bambine rappresentano le principali vittime della limitazione delle nascite.Normalmente le ragazze continuano a vivere con la famiglia dopo del matrimonio e ciò le rende un vero e proprio un peso.Nelle regioni rurali si permette un secondo figlio, ma se anche il secondo è una femmina, la cosa rappresenta un disastro per la famiglia.Secondo i dati delle statistiche ufficiali, il 97,5% degli aborti è rappresentato da feti femminili.Il risultato è un forte squilibrio di proporzioni fra popolazione masch ile e femminile. Milioni di uomini non possono sposarsi, da ciò consegue il traffico di donne.L'aborto selezionato per sesso sarebbe proibito dalla legge, però è prassi comune corrompere gli addetti per ottenere un'ecografia dalla quale conoscere il sesso del nascituro.Le bambine che sopravvivono finiscono in precari orfanatrofi.Il governo cinese insiste con la sua politica di limitare le nascite e ignora il problema della discriminazione contro le bambine.
Alla fine, un uomo raccolse il corpo della bambina, lo mise in una scatola e lo gettò nel bidone della spazzatura.

CIAO MICHELA

VOLEVAMO PORGERE L'ULTIMO SALUTO A MICHELA CHE DA CIRCA UN ANNO ERA DIVENTATA UN NOSTRA SORELLINA PIU' PICCOLA......
HA LOTTATO CONTRO UN MALE PIU' FORTE (PURTROPPO) DI LEI, LA RINGRAZIAMO PER AVERCI PERMESSO DI ESSERE AL SUO FIANCO IN QUESTO PERCORSO DIFFICILE E SOFFERTO,CI HA INSEGNATO CHE NON BISOGNA MOLLARE MAI E NON BISOGNA ARRENDERSI......
UN ABBRACCIO AI GENITORI,A CUI SPERIAMO DI AVER FATTO SENTIRE LA NOSTRA VICINANZA NELL'AFFRONTARE UNA BATTAGLIA DIFFICILE,CON CUI ABBIAMO CONDIVISO LA SPERANZA DI RIUSCIRE A VINCERE.....
CON MICHELA NON SE NE VA QUELLA SPERANZA PERCHE' SARA' SEMPRE UN ESEMPIO DA TENERE PRESENTE DAVANTI ALLE DIFFICOLTA'....
SEI E SARAI PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI


CIAO MICHELA

NON FINIREMO MAI DI CHIAMARLI EROI !!!!

L’obiettivo del terrorista, un pachistano o comunque straniero, secondo gli afghani, erano proprio i civili ed i soldati della Nato. «Una delle nostre sentinelle l’ha visto avvicinarsi e ha gridato in dari (una delle due lingue afghane nda) “Altolà, fermo”, ma vistosi scoperto il terrorista si è fatto saltare in aria» rivela il comandante di Italfor. La strage è avvenuta alle 9.52 locali di ieri, le 6.22 in Italia. Il kamikaze aveva quasi raggiunto dei civili, che sono finiti in mille pezzi avvolti dal fumo scuro dell’esplosione. Il maresciallo Paladini forse si stava avvicinando per fermarlo. Purtroppo era il più vicino a 15-20 metri. Per lui non c’è stato nulla da fare «la forza dell’esplosione lo ha scaraventato contro un nostro camion e non ha più ripreso conoscenza» racconta De Fonzo. Altri tre soldati italiani, oltre al colonnello, sono rimasti feriti. Il caporal maggiore scelto Andrea Bariani, del 5° reggimento Alpini di Vipiteno, che faceva da scorta al comandante. Il capitano Salvatore Di Bartolo, dell'11° reparto Infrastrutture di Messina e il suo parigrado Stefano Ferrari, del 2° reggimento Pontieri di Piacenza che lavoravano al ponte. Schegge al volto, ferite a una gamba e una frattura al braccio considerate non gravi. Un elicottero francese li ha trasportati verso l’ospedale da campo di Kabul, ma per Paladini non c’è stato nulla da fare.

DOPO ESSERE VENUTI A CONOSCENZA DELLA DINAMICA DELL'ATTENTATO RISULTA DISGUSTOSO E FUORI LUOGO CONTINUARE A SENTIRE LE POLEMICHE DELLA SINISTRA RADICALE RIGUARDANTI IL RITIRO DELLE TRUPPE ITALIANE DAI LUOGHI IN CUI SONO IMPEGNATI.....IN QUESTI CASI BISOGNEREBBE SOLO ESPRIMERE IL MASSIMO APPOGGIO AI RAGAZZI IMPEGNATI A SVOLGERE UN DURO E PERICOLOSO LAVORO IN NOME DELL'ITALIA E DI TUTTI GLI ITALIANI.....

UN FORTE ABBRACCIO E LE PIU' SENTITE CONDOGLIANZE ALLA FAMIGLIA,

ORGOGLIOSI DI ESSERE CONNAZIONALI DI DANIELE.

Ciao Gabriele

In ricordo di Gabriele Sandri. Contro una follia che non appartiene al calcio e a coloro che questo sport lo amano davvero. Contro chi tenta di "coprire" un folle gesto che ha ucciso una vita, parlando di violenza negli stadi, anche se in quel momento non c'entrava nulla. Contro chi si professa tifoso e mette a ferro e fuoco una città. Contro un ministro dell'Interno che senza pudore ammette di aver scoperto la tragedia dopo 4 ore di allarmismo. Contro chi antepone gli interessi economici di uno sport diventato businnes all'incolumità generale e non ha il coraggio di fermare un campionato anche solo per avere il tempo di interrogarsi su una tragedia inspiegabile. Tutto questo è pazzia. Vogliamo un calcio pulito, rivogliamo quei valori sportivi sani sui quali si fonda, senza corruzione, doping, violenza e speculazioni. Lo vogliamo per Gabriele Sandri, per Filippo Raciti e per tutti quei giovani e giovanissimi che stanno crescendo e ai quali dobbiamo far amare e vivere col cuore uno degli sport più belli e più seguiti nel mondo.

9 NOVEMBRE - LA FESTA DELLA LIBERTA'


“OLTRE IL MURO DEI DIRITTI NEGATI. LIBERTA’ IN CINA, TIBET E BIRMANIA”: con questo slogan il 9 novembre Azione Giovani festeggerà i primi 18 anni dalla caduta del muro di Berino, concentrando la sua attenzione sulla Cina, sul Tibet e sulla Birmania. Le tre questioni, peraltro strettamente correlate per via dell’occupazione cinese nella terra del Dalai Lama e del palese sostegno del regime comunista di Pechino alla giunta militare birmana, portano alla ribalta muri odiosi che non cadono e anzi si rafforzano grazie ai timori e alle connivenze dell’Occidente: violazione dei diritti umani, negazione della libertà religiosa e delle identità culturali, sfruttamento del lavoro e dell’ambiente sono i paradigmi su cui si regge un sistema totalitario che incarna le abiezioni ideologiche e repressive del comunismo e le peggiori degenerazioni del turbo-capitalismo.Con buona pace dei tanti soloni che parlano della Cina come di una grande opportunità di sviluppo, noi riteniamo che la destra giovanile debba fare della battaglia contro il regime di Pechino una battaglia epocale di civiltà proprio come anni fa i nostri fratelli maggiori fecero contro il comunismo sovietico.Non contro il popolo cinese, ma per il popolo cinese. Per la sua libertà, per i suoi diritti. E al contempo per quelli dei popoli vicini e dei nostri popoli europei che appaiono indifesi di fronte alla competizione con un Paese in cui si viola qualsiasi regola del mercato del lavoro.Azione giovani costruirà nelle piazze principali delle città i muri di cartone, riempiti con le parole d’ordine di quei regimi (censura, aborto obbligatorio, lavoro senza diritti e senza regole, ambiente violentato, negazione della libertà di culto, annientamento delle identità, concorrenza sleale) per poi abbatterli con la gioia e l’entusiasmo che caratterizzò i fratelli berlinesi quell’indimenticabile notte del 9 Novembre 1989.

Chiudere i Laogai ! Liberare tutti ! Finalmente anche il Parlamento Italiano ha condannato i Laogai !!!

Nei giorni scorsi la Camera dei Deputati ha approvato ben tre mozioni di condanna dei gulag cinesi.

Dopo il Congresso USA ed il Bundestag Tedesco anche il Parlamento Italiano ha finalmente condannato la detenzione e lo sfruttamento di dissidenti ed oppositori nei Laogai cinesi. I Laogai sono veri e propri campi di concentramento dove milioni di persone vengono costrette al lavoro forzato per produrre per il Partito Comunista Cinese merci da esportare anche in Occidente.

Esprimiamo a tutti i deputati, che hanno presentato le mozioni, la gratitudine di quanti oggi si battono contro il regime e lottano per l’affermazione dei diritti umani e sindacali in Cina e nei paesi illegalmente occupati dalla Repubblica Popolare Cinese.

Auspichiamo che il Governo Italiano non lasci nulla di intentato per porre fine al disumano
trattamento a cui sono sottoposti i democratici cinesi ed i patrioti del Tibet, della Mongolia del Sud e del Turkestan Orientale.


Harry Wu
( 19 anni trascorsi nei Laogai)Laogai Research Foundation - USA

Lu Decheng
( 9 anni trascorsi nei Laogai)
Esule in Canada

Toni Brandi
Laogai Research Foundation Italia Onlus

Claudio Tecchio
Campagna di Solidarietà con il Popolo Tibetano

PS : Testi delle mozioni presentate :
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_15/showXhtml.asp?highLight=0&idAtto=17585&stile=6
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_15/showXhtml.asp?highLight=0&idAtto=17583&stile=6
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_15/showXhtml.asp?highLight=0&idAtto=12591&stile=6
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_15/showXhtml.asp?highLight=0&idAtto=17582&stile=6
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_15/showXhtml.asp?highLight=0&idAtto=12590&stile=6

CHE VIAGGIO !!!!!



CHE ESPERIENZA.....

TRALASCIANDO IL VIAGGIO OVVERO LE 20 ORE E PIU' DI AUTOBUS CHE CI SIAMO SOBBARCATI IN DUE GIORNI(CHE SONO STATI DIVERTENTI,GOLIARDICI MA SICURAMENTE STANCANTI.....)LA VISITA ALLA FOIBA DI BASOVIZZA E AL SACRARIO MILITARE DI REDIPUGLIA E' UN'ESPERIENZA CHE DOVREBBE TOCCARE A TUTTI I RAGAZZI DELLE SCUOLE ITALIANE......

AVERE UN PEZZO DI STORIA COSì A DISPOSIZIONE E PER LE MAGGIOR PARTE DELLE VOLTE NEANCHE CONOSCERNE L'ESISTENZA E' A DIR POCO IMBARAZZANTE.....
CALPESTARE QUELLA TERRA,RESPIRARE L'ARIA CHE ANNI FA HA VISTO ITALIANI MORIRE SOLO PERCHE' TALI CI HA FATTO LETTERALMENTE ACCAPPONARE LA PELLE,CONOSCERE LE STORIE DI TUTTE QUELLE CHE PERSONE CHE SOLO RINNEGANGO L'ITALIA AVREBBERO CONTINUATO A VIVERE,MA NON LO HANNO FATTO, CI FA ESSERE ANCORA PIU' ORGOGLIOSI DI ESSERLO....

A VOLTE SI DICE CHE BISOGNEREBBE RISCRIVERE LA STORIA,NOI ABBIAMO L'OBBLIGO DI COMINCIARE A RACCONTARLA COME SI E' VERAMENTE SVOLTA......
VORREI RIVOLGERE UN GRAZIE A TUTTI I RAGAZZI DELLA COMUNITA' CHE HANNO PARTECIPATO ALLA VISITA OGNIUNO DEI QUALI HA CONTRIBUITO A FAR SI CHE TUTTO ANDASSE PER IL MEGLIO...
DAJE RIGA!!!! IL DOMANI APPARTIENE A NOI......



BOICOTTA LA CINA !!!!!!

FORSE DOVREMMO TENERE IL COLOSSEO ACCESO TUTTI I GIORNI NON SOLO QUANDO LE ESECUZIONI AVVENGONO NEGLI STATI UNITI.......

SINDACO VELTRONI

Il segreto dell'economia cinese - a cura di Fabio GALANTE

Il segreto dell'economia cinese
a cura di Fabio GALANTE

Il segreto è semplice: schiavismo. La mano d'opera (tutti detenuti condannati ai lavori forzati) è a costo zero e talvolta anche la materia prima (i cadaveri dei poveretti finiscono per alimentare l'industria cosmetica e il traffico di organi). Ricordate i filmati delle atrocità naziste in cui si vedevano lumi e giacche di pelle umana fatte dalla pelle degli internati dei lager? Beh, queste cose accadono ancora, ma Hitler non c'entra niente... In Cina i detenuti sono costretti ad orari di lavoro inimmaginabili per i nostri sindacalisti rossi CGL -CISL e UIL, ovvero 23 ore su 24, come le galline ovaiole, che quando non producono più uova diventano polli da ammazzare. Quindi c'è sempre un margine di guadagno anche dalla carcassa, anzi un bel margine di guadagno visto che gli organi umani qui sono venduti in gran numero e a prezzi elevatissimi a noi occidentali. Lo sanno bene i medici residenti in Giappone, a Hong Kong, a Singapore e a Taiwan, che fanno da intermediari e dirigono i propri pazienti negli ospedali di Wuhan, Beijing e Shangai. Il sistema è molto efficiente in quanto gli stranieri non devono aspettare giorni o settimane perché gli organi siano disponibili: le esecuzioni vengono programmate per andare incontro alle esigenze di mercato. È difficile fare una stima esatta della quantità di organi trapiantati in Cina, e quindi del giro di soldi di questo business. Se ci si basa unicamente sulle esecuzioni riportate dalla stampa, ogni anno almeno quindicimila persone sono condannate a morte, ma Amnesty International calcola che siano almeno il doppio. E tutte le esecuzioni hanno luogo con l’aiuto di un medico che “prepara” il condannato per l’espianto. Bello non vi pare? Come può un prodotto occidentale competere con quello che arriva dall'oriente? In Cina esistono da sempre i campi di concentramento (anche se si preferisce ricordare solo Aushwitz di 60 anni fa). Si chiamano “Laogai” e vi sono detenute milioni di persone (alcune stime affermano quasi 10 milioni) in condizioni pessime e costrette ai lavori forzati e dai quali esce il prodotto MADE IN CHINA che tutti conosciamo. La Laogai Research Foundation aiuta a far luce su questo aspetto poco noto del sistema repressivo cinese che alimenta l'economia. Harry WU, detenuto nei Laogai per 19 anni ne è oggi il più importante nemico. Dalla creazione del sistema dei Laogai (un sistema ideato dal profeta Mao) vi sono state imprigionate fra i 40 e i 50 milioni di persone, tanto che in Cina praticamente ogni cittadino è imparentato o conosce qualcuno che è finito in quei campi di concentramento. Nei dettagli, i laogai, che in cinese significa "riforma attraverso il lavoro", sono i campi di concentramento della Repubblica Popolare Cinese. I campi dell'era comunista comparirono negli anni '50 e vennero riempiti con chiunque avesse mosso critiche al governo, o spesso con persone prese a caso dalle loro case, allo scopo di raggiungere le quote di prigionieri. L'intera società era organizzata in piccoli gruppi nei quali la lealtà al governo veniva rafforzata, cosicché chiunque avesse punti di vista dissidenti fosse facilmente identificabile. Questi campi erano (e purtroppo lo sono ancora) moderni campi di lavoro schiavistico, organizzati come fabbriche. Capita adesso l'economia cinese? Maledetti cinesi del cazzo, sono un popolo barbaro, cattivo nel D.N.A., sono tutti la perfetta reincarnazione degli asiatici più cattivi della storia come Attila o Gengis Khan. Dalle loro parti, oltre ai prodotti a basso costo, provengono anche altre fregature, come l'influenza stagionale (viste le schifose condizioni igieniche della magg. parte del Paese) o peggio arriva la S.A.R.S. su cui il governo cinese non si esprime e non permette la diffusione di informazioni a riguardo. Periodicamente esplodono fabbriche chimiche e riversano la loro merda nell'atmosfera e nelle acque... e anche qui le informazioni arrivano distorte o non arrivano per niente, per non parlare del nucleare made in China del quale non si sa nulla. Poi arriva l'influenza dei polli e a noi (poveri fessi occidentali) fanno vedere che i polli infetti vengono inceneriti... Ma daiiii... Un popolo così bastardo da non aver riguardo per nessuno, tanto da ammazzare i bambini in sovrannumero e sparare alla testa dei dissidenti politici per poi far pagare il prezzo del proiettile alla famiglia, non può cremare migliaia di polli infetti ma li fa mangiare ai detenuti!! O meglio... mi correggo: li fa mangiare ai cinesi, visto che la Cina è un enorme campo di sterminio. Non andate nei ristoranti cinesi: potrebbero servirvi la specialità della casa, e non si tratta di pollo... Evitate di andare in Cina per turismo: potreste finire nei campi Laogai quando meno ve lo aspettate, ma se siete militanti comunisti andateci perchè un vero "compagno" sa cosa vuol dire essere al servizio del Partito Comunista.

L A O G A I

L A O G A I

Quello che segue è tratto da un articolo di Filippo Facci apparso sul quotidiano Il Giornale e racconta che cos'è un LAOGAI attraverso le parole di Harry WU.

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Harry Wu direttore della Laogai Research Foundation è il più famoso paladino nella lotta contro le violazioni dei diritti umani commesse nei Laogai, dove è stato detenuto per 19 anni semplicemente per aver criticato le politiche del Partito Comunista Cinese. Mani curate, cravatta rossa e una certezza: l’economia cinese è basata sullo schiavismo. D’accordo, ne parleremo, ma anzitutto chiedo a Harry Wu se vuole parlarci dei suoi diciannove anni rinchiuso in un laogai. Ci guarda mestamente: «Devi prima capire che cos’è davvero un laogai». E noi credevamo di saperlo: sono dei campi di rieducazione voluti da Mao Zedong che hanno accolto non meno di cinquanta milioni di persone dalla loro costituzione, praticamente l’Italia intera; si è calcolato che non esista un cinese che non conosca almeno una persona che vi è stata soggiogata. E’ una detenzione che non prevede processo, non prevede imputazione, tantomeno esame o riesame giudiziario o possibilità di confrontarsi con un’autorità. La decisione di rinchiuderti è a totale discrezione del Partito!

«Ma loro» dice «per definirti usano la parola prodotto, e il primo prodotto sei tu, quello che devi diventare: un nuovo socialista. Il secondo è un prodotto vero e proprio, tipo scarpe, vestiti, spezie, tessuti, qualsiasi cosa. Ogni laogai ha due nomi: quello del centro di detenzione e quello della fabbrica. Tu devi affrontare una quota di lavoro quotidiano, sino a 18 ore, sennò non ti danno da mangiare. Spesso devi lavorare in condizioni pericolose, come nelle miniere, con prodotti chimici tossici». Una pausa, scuote la testa: «Ma neppure questo, in realtà, è il laogai». E’ come se Harry Wu, cinese fuggito negli Usa, non volesse parlare di sé. Eppure è presidente della Laogai Research Foundation, è una prova vivente, fu arrestato a ventidue anni dopo che all’università, leggendo un giornale assieme ad altri studenti, aveva semplicemente criticato l’appoggio cinese all’invasione sovietica di Budapest. Delazione. Manette. Nessun tribunale, nessuna prova o indizio, nessun’accusa precisa se non quella d’essere un cattolico e un rivoluzionario di destra. «Il primo giorno, a Chejang, mi dissero che per potermi rieducare sarebbe occorso molto tempo. Poi mi spiegarono che non avrei neppure potuto pregare né sostenere di essere una persona: perché mi avrebbero punito o ucciso. Mi obbligarono a confessare delle presunte colpe dopo aver costretto alla confessione anche mio padre, mio fratello, la mia fidanzata. Solo mia madre rifiutò di farlo. Sono stato molto orgoglioso di lei». Un’altra pausa. L’impercettibile imbarazzo di Toni Brandi, il coordinatore della Fondazione che ci sta facendo da interprete: «Non ha confessato perché si è suicidata». E tutto, attorno, comincia a farsi stretto, troppo in distonia col racconto, e troppo rossa quella cravatta rossa, troppo pulita la moquette di quell’hotel nel centro di Milano.

«I primi due o tre anni» racconta Harry Wu «pensi alla tua ragazza, alla tua famiglia, alla libertà, alla dignità: poi non pensi più a niente. Perdi ogni dimensione, entri in un tunnel scuro. Preghi di nascosto. In un laogai non ci sono eroi che possano sopravvivere: a meno di suicidarti o farti torturare a morte. Scariche elettriche. Pestaggi manuali o con i manganelli. L’utilizzo doloroso di manette ai polsi e alle caviglie. La sospensione per le braccia. La privazione del cibo e del sonno. Questo ho visto, e così è stato per preti, vescovi cattolici, monaci tibetani». Ci mostra la foto di un vescovo di 33 anni, e ancora altre foto in sequenza che nessun quotidiano o rotocalco potrà mai riportare: uomini e ragazzi inginocchiati, una ragazzina immobilizzata da due soldati mentre un terzo le punta il fucile alla nuca, una foto successiva in cui è spalmata a terra con il cranio orribilmente esploso. Poi un filmato. E’ un dvd curato dall’associazione, e dovrebbero vietarlo ai minori e agli occidentali in affari con la Cina: esecuzioni seriali, di massa, i condannati inginocchiati, prima la fucilata e poi lo stivale premuto forte sullo stomaco per controllare che morte sia stata, un ufficiale di partito che per sincerarsene usa una sbarra d’acciaio, e anche di questo qualcosa sapevamo, ma come dire: il video, un video. Sapevamo pure delle fucilazioni e delle camere mobili di esecuzione: furgoni modificati che raggiungono direttamente il luogo dell’esecuzione con il condannato legato con cinghie a un lettino di metallo, il tutto controllato da un monitor posto accanto al posto di guida. Poi via, si riparte verso altre esecuzioni da effettuarsi pochi minuti dopo l’emissione della condanna a morte.

Noi sapevamo che la maggior parte delle condanne è pronunciata in stadi e piazze davanti a folle gigantesche, e che le cose, in Cina, sono tornate a peggiorate dal 2003, laddove ogni anno vengono giustiziati più individui che in tutti i paesi del mondo messi insieme. «Nel 1984, dopo un articolo di Newsweek, smisero di portare i morti in giro per le strade come pubblico esempio» ci dice, «ma dal 1989 hanno ricominciato, e i familiari devono pagare le spese per le pallottole e per la cremazione». E la faccenda degli organi? «Le autorità prelevano gli organi dei condannati a morte in quanto appartengono ufficialmente allo Stato. I trapianti sono effettuati sotto supervisione governativa: il costo è inferiore del 30 per cento rispetto alla media, e ne beneficiano cinesi privilegiati e cittadini occidentali e israeliani». E la faccenda dei cosmetici fatti con la pelle dei morti? «Dai giustiziati prendono il collagene e altre sostanze che servono per la produzione di prodotti di bellezza, tutti destinati al mercato europeo». Boicotta tutti i prodotti MADE IN CHINA - Non alimentare le industrie della morte

Nel settembre scorso, della pelle di condannati o di feti, parlò anche un’inchiesta del Guardian: citò la testimonianza, in particolare, di un ex medico militare cinese che sosteneva d’aver aiutato un chirurgo a espiantare gli organi di oltre cento giustiziati, cornee comprese: senza ovviamente aver prima chiesto il consenso a chicchessia. Il chirurgo parcheggiava il suo furgoncino vicino al luogo delle esecuzioni e, stando alla testimonianza, nel 1995 tolsero la pelle anche a un uomo poi rivelatosi vivo. «Devi prima capire» ripete «che cos’è un laogai». Forse sì, forse dobbiamo capire: dobbiamo poterci raccontare, un giorno, tra vent’anni, che sapevamo. «I laogai sono parte integrante dell’economia cinese. Le autorità li considerano delle fonti inesauribili di mano d’opera gratuita: milioni di persone, rinchiuse, che costituiscono la popolazione di lavoratori forzati più vasta del mondo. E’ un modo supplementare, ma basilare, che ha fatto volare l’economia: un’economia di schiavitù». Il numero dei laogai è imprecisato: è segreto di Stato. Secondo l’Associazione, dovrebbero essere circa un migliaio. I prigionieri, se la rieducazione fosse giudicata non completata, posson essere trattenuti anche dopo la fine della pena: «Io avrei dovuto rimanerci per trentaquattro anni, se non fossi fuggito. Perché avevo delle opinioni. Perché ero cattolico. Perché ero un uomo. Il 20 novembre compio vent’anni da uomo libero». Ieri. «E continuerò a lavorare perché la parola laogai entri in tutti i dizionari, in tutte le lingue. Appena giunto negli Usa non ne volli parlare per cinque anni, non ci riuscivo, poi cominciai a vedere che in America la gente parlava dell’Olocausto, parlava dei gulag, e però a proposito della Cina parlava solo della Muraglia e del cibo e naturalmente dell’economia. Ma i laogai, in Cina, esistono da cinquantacinque anni».

Ben più, quindi, dei ventisette anni che ci separano dalla nascita della cosiddetta politica del figlio unico instaurata nel 1979 da Deng Xiaoping, prassi che ha spinto milioni di contadini a sbarazzarsi della progenie femminile: almeno 550mila bambine l’anno secondo l’organizzazione Human Rights Watch. Più dei due anni che ci separano dal giro di vite giudiziario introdotto nel 2003 nel timore che l’arricchimento potesse portare troppa libertà: laddove le madri e i familiari delle vittime di Tienanmen sono ancor oggi perseguitate, e i sindacati proibiti, i minori deceduti sul lavoro impressionanti per numero, per non dire dei cosiddetti morti accidentali: prigionieri che precipitano dai piani alti degli edifici detentivi e che solo il racconto di pochi scampati ha potuto testimoniare. A Reporter senza frontiere e ad Amnesty International è invece toccato il compito di raccontare della rinnovata abitudine di rinchiudere i dissidenti negli ospedali psichiatrici, spesso imbottiti di psicofarmaci senza che le ragioni degli internamenti fossero state neppure ufficialmente stabilite: accade nel Paese che per un anno e mezzo riuscì e celare l’epidemia Sars, giacchè i dirigenti cinesi temevano che potesse scoraggiare gli investimenti occidentali. Cose delicate. La Cina cresce sino al 10 per cento annuo e si metterà in vetrina ai giochi olimpici del 2008: e ci sono da quattro a sei milioni di persone, rinchiusi nei laogai cinesi, che stanno lavorando per noi. Harry Wu domenica mattina è ripartito per Washington. Doveva incontrare Bush e festeggiare i suoi vent’anni da uomo libero. O forse bastava da uomo.

Per concludere in "bellezza" voglio deliziarvi la vista con queste immagini che mostrano le esecuzioni quotidiane che avvengono nel paradiso dei comunisti. Badate bene, queste persone sono giustiziate perchè, anzi solo perchè, praticavano la crudele pratica della religione tibetana!

Le immagini sono offerte dalla Fondazione per i diritti del popolo tibetano. Cliccate sul Link dell'Associazione http://www.friendsoftibet.org/ per scoprire cose che neanche immaginavate potessero capitare al popolo più pacifico del mondo.

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Se dopo aver letto questo articolo pensate ancora agli ebrei e alle persecuzioni naziste sapete cosa vi dico? Andate a cagare.

Fabio GALANTE

Ricorda di non dimenticare MAI cosa sono i LAOGAI - Campagna di sensibilizzazione a cura di Fabio GALANTE

  • Boicottate tutti i prodotti Made in CHINA; non sovvenzionerete così l'industria della morte;

  • Non recatevi MAI in CINA per turismo, o nei paesi satelliti, perchè potreste finire nei campi LAOGAI quando meno ve lo aspettate;

  • Non frequentate MAI i ristoranti CINESI in ITALIA perchè potrebbero servirvi la specialità della casa!

  • Ricordate che in CINA vi è il detto: "del cinese non si butta via niente, come il maiale".

Torna all'orrore in CINA

l'unico rosso che ci piace veder vincere...campioni del mondo!!!!!


SAN PAOLO (Brasile), 21 ottobre 2007 - Era scritto, Kimi Raikkonen è campione del mondo, la Ferrari riconquista il titolo iridato dopo tre stagioni. Il clamoroso verdetto è stato sancito dal GP del Brasile che ha chiuso un indimenticabile 2007, l’anno che sarà ricordato per la Spy Story McLaren-Ferrari, l’esplosione di una nuova stella, Lewis Hamilton e il trionfo in rimonta di un finlandese di ghiaccio che è diventato campione al primo anno di Ferrari.

IMPRENDIBILI - Onore a Kimi Raikkonen, vincitore a Interlagos davanti a Felipe Massa per una strepitosa doppietta delle F2007, letteralmente imprendibili proprio quando serviva, nell’ultimo e decisivo GP dell’anno. Fernando Alonso ha chiuso terzo, Lewis Hamilton settimo: Kimi li ha scavalcati per un solo punto.

VELENI - Un trionfo Ferrari incredibile e meritato che cancella una stagione piena di veleni tra Maranello e i rivali di Woking. Che cancella quella sentenza a metà che ha punito la McLaren ma non i piloti. Che cancella soprattutto i tanti errori con cui la Ferrari ha rischiato di gettare al vento questo titolo. La Spy Story ha innegabilmente avvantaggiato la McLaren, ma ai box del Cavallino e in pista gli sbagli erano stati troppi, specie guardando il potenziale altissimo della F2007. Il pregio più grande è stato però crederci fino alla fine. E la vittoria alla fine è arrivata. Rocambolesca, ma è arrivata.
DISPERATA - La gara è andata come doveva andare. Le Ferrari hanno preso la testa con Massa e Kimi. Dietro Hamilton si è praticamente suicidato sbagliando dopo poche curve. Lewis (inesperienza? sfortuna?) è rientrato sesto ma dopo pochi giri si è ritrovato con la McLaren ammutolita col cambio inceppato. La sua macchina è poi ripartita ma dalla 18ª posizione la rimonta al quinto posto, quello che gli serviva, è stata tanto generosa quanto disperata. Alonso, terzo, è rimasto virtuale campione fino al secondo pit stop della gara, quando Raikkonen è rientrato in pista davanti a Massa, la situazione di punteggio che serviva. Raikkonen 110, Alonso e Hamilton 109. Era scritto.

"Di fronte a tanti veleni, a tanta slealta', ha vinto la giustizia". Cosi' Luca Di Montezemolo torna ad esaltare il successo della Ferrari. "La nostra forza e' non mollare mai - ha sottolineato il presidente del Cavallino intervenendo a Radio Anch'io Lo Sport - anche nei momenti difficili di una stagione durissima. Quello di ieri mi e' sembrato uno stress inutile per tutti, perche' il regolamento prevede che se anche qualche macchina veniva squalificata, non venivano tolti punti ai piloti".




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